TUPAC AMARU, algo está cambiando
MERCOLEDI' 15 GIUGNO
ORE 21
INGRESSO GRATUITO
CINEMA FILO
A partire dagli anni '90,
l'Argentina diviene uno dei tanti laboratori di sperimentazione del
neoliberalismo in America Latina. L’agenda di governo corrisponde
pedissequamente alle politiche del Consenso di Washington. Il Fondo Monetario Internazionale
guarda con favore all'Argentina, considerandola l'alunno più diligente in
merito alla deregolamentazione dell'economia e ai processi di privatizzazione
dei servizi pubblici locali. Pian piano, però, iniziano a emergere gli effetti
sociali ed economici di quelle misure. Nel dicembre del 2001, l'Argentina,
piegata dalla ferocia delle politiche di austerità e oppressa da un debito
estero cresciuto a dismisura, collassa dichiarando il default. Le conseguenze
sono drammatiche: oltre la metà della popolazione si trova al di sotto della
linea di povertà, la disoccupazione supera il 20% e, il prodotto interno lordo
si contrae del 16%.
Di fronte all’avanzata del
neoliberismo e della crisi, centinaia di migliaia di donne e uomini, espulsi
dai cicli produttivi, decidono di resistere, di non rassegnarsi alla perdita
del lavoro e alla povertà, dando forma a nuove modalità di organizzare il
lavoro e la solidarietà. Nella Provincia di Jujuy, nel nord dell'Argentina,
Milagro Sala, leader indigena Coya, è tra quelle migliaia di persone che
portano avanti la lotta per la dignità, lavoro, salute ed educazione per i
settori più fragili della società, duramente colpiti dalle politiche
neoliberali. Dalla crisi del 2001 è nata una organizzazione che ha cambiato il
destino di molti cittadini: “La Tupac Amaru”. La Tupac Amaru si è sviluppata
diventando una delle principali organizzazioni sociali del paese, con migliaia
di case costruite, cooperative di lavoro, scuole, fabbriche, ospedali. Il
documentario, girato da Federico Palumbo e Magalì Buj, racconta la storia della
Tupac Amaru attraverso le voci dei suoi militanti. Partendo dal ciclo delle
lotte degli anni '90, il documentario attraversa la prima fase
dell'autorganizzazione per rispondere ai bisogni materiali generali della
crisi. Dalla gestione delle “copa de leche”, le merende per i bambini meno
abbienti di Jujuy, l’organizzazione cresce divenendo un attore politico
fondamentale per la coesione sociale della Provincia. Milagro e la Tupac Amaru
contestano la gestione degli aiuti per le famiglie a basso reddito, prettamente
buste di derrate alimentari, chiedendo misure per creare lavoro genuino. Con il
sostegno delle politiche attuate da Nestor e Cristina Kirchner, la Tupac Amaru
diviene uno straordinario incubatore di esperienze di economia sociale,
attraverso cui generare lavoro, fornire assistenza, salute, educazione ai
membri dell’organizzazione e della comunità.
Nel dicembre 2015, con la
vittoria alle elezioni presidenziali del candidato della coalizione di centrodestra
“Cambiemos”, Mauricio Macri, l’Argentina è rimpiombata nuovamente nelle braccia
del neoliberalismo. Nei primi 100 giorni, il Governo Macri ha svalutato di
oltre il 50% il pesos, ridotto l’imposizione fiscale sugli esportatori
cerealicoli e sulle attività estrattive, aumentato le tariffe dei servizi
pubblici, avviato licenziamenti collettivi nel pubblico impiego. L’Argentina si
appresta ad avviare il più consistente piano di indebitamento per un’economia
emergente negli ultimi 20 anni con un’emissione superiore ai 12 miliardi di
dollari.
Milagro e la Tupac Amaru
rappresentano un pericoloso ostacolo alla realizzazione del disegno
neoliberale. Per questo motivo, il 15 gennaio 2016, la giustizia della
Provincia di Jujuy, con la copertura politica del Governatore Gerardo Morales,
espressione del partito di Macri, ha arrestato Milagro.
La detenzione di Milagro Sala è
stata motivata da un’accusa farsesca “istigazione a commettere un delitto”,
ovvero promuovere una serie di manifestazioni delle organizzazioni sociali
della Provincia di Jujuy contro il governo di Morales e Macri. Ma nonostante la
detenzione di Milagro, la Tupac Amaru non si ferma!
Il documentario “Tupac Amaru:
algo esta cambiando” vuole contribuire alla mobilitazione internazionale per
chiedere l’immediata liberazione di Milagro Sala.
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